E’ al governo di Giorgia Meloni che si sono rivolte le imprese edili di Genova per chiedere un incontro urgente «per evitare il fallimento di centinaia di aziende del settore» a causa del taglio del superbonus. Le realtà genovesi del comparto si sono riunite nella sigla Basta crediti incagliati, «un gruppo indipendente, apolitico e apartitico nato in maniera spontanea per chiedere risposte alla politica e un passo indietro al governo sul decreto che ci riguarda».
I rappresentanti di queste aziende hanno quindi inviato una lettera a Meloni, al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e al ministro del Made In Italy, Adolfo Urso.
«Con l’introduzione delle D.L. 34/2020 per fornire il necessario sostegno della ripresa economica post pandemica – si legge nella nota – il legislatore ha demandato al settore dell’edilizia un ruolo primario per la ripresa del valore del prodotto interno lordo». Tuttavia, «a fronte del massiccio sforzo dell’intero comparto la ricompensa è stata amara: chi avrebbe dovuto porre in essere i necessari controlli non ha posto in essere alcun presidio di verifica e le consequenziali frodi sono state moralmente addebitate indiscriminatamente agli operatori edili, senza distinguere tra chi ha lavorato con impegno e rispetto delle regole e chi ha scientemente voluto truffare lo Stato».
I rappresentanti del comparto edile di Genova hanno citato i numeri della loro città. «Solamente nella Città metropolitana di Genova hanno sede 1908 imprese edili, con circa 9.100 dipendenti: a oggi risultano già incagliati circa 350 milioni di euro di crediti, ai quali dovrebbero aggiungersi a breve ulteriori 450 milioni di euro di crediti maturandi».
Le aziende genovesi, nella lettera inviata a Palazzo Chigi, hanno elencato cinque punti salienti per la ripresa del settore.
«Attivare il circuito dell’acquisto diretto dei crediti da parte delle Istituzioni, delle società partecipate e delle aziende statali, prevedere una misura d’urgenza che consenta una moratoria sugli oneri, approvare il differimento del termine per la conclusione degli interventi superbonus per i cantieri in corso». E ancora: «Integrare le modalità di utilizzo dei crediti fiscali ampliando l’attuale quadro alla liquidazione delle dilazioni connesse alle misure di rottamazione-quater e introdurre forme di finanziamento agevolato per le committenze condominiali o private destinate alla realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico».