Per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, il futuro inizia adesso. O almeno, così dovrebbe essere: sono state infatti pubblicate e presentate, dai ministri Orlando e Stefani, le attesissime “Linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità”, adottate a seguito della pubblicazione, l’11 marzo scorso, del Decreto Ministeriale numero 43. Insieme a queste, nasce anche la Banca dati del collocamento obbligatorio mirato. Obiettivo generale è delineare un percorso di collaborazione e condivisione inter-istituzionale, orientato verso un sistema di inclusione lavorativa più efficiente e organico in tutto il Paese.
Finalità e beneficiari delle Linee guida – Gli interventi, le indicazioni ed i metodi presentati nelle Linee guida sono finalizzati a “favorire la presenza e la fruibilità di servizi, strumenti e risorse adeguati, su tutto il territorio nazionale, secondo i principi delle pari opportunità, a beneficio dei cittadini con disabilità e delle imprese interessati dalla norma del collocamento mirato”, a “sostenere la standardizzazione dei processi di attuazione delle norme su tutto il territorio nazionale, da parte dei servizi competenti, per ridurre i divari territoriali che penalizzano vaste aree del Paese”.
Le Linee guida nascono inoltre per “orientare le azioni del sistema nella prospettiva di un miglioramento continuo dell’efficacia delle prestazioni, favorito da attività di monitoraggio e da una condivisione delle pratiche valide tra le diverse realtà locali”. Gli interventi sono rivolti a tre tipologie di beneficiari: “giovani con disabilità non ancora in età da lavoro o ancora all’interno del sistema d’istruzione, che saranno accompagnati in un percorso di inclusione sociale e integrazione lavorativa”; “coloro che accedono per la prima volta alle liste del collocamento obbligatorio o sono iscritti da non oltre 24 mesi”; “disoccupati da oltre 24 mesi e persone che rientrano nel mercato del lavoro dopo dimissioni, licenziamenti o lunghi periodi di malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o riabilitazione”.
Gli interventi, in sintesi – Gli interventi sono affidati a “reti integrate nei percorsi di attivazione della persona con disabilità” e prevedono “cooperazione operativa tra i diversi servizi pubblici territoriali che agiscono negli ambiti del lavoro, sanitario e sociale, dell’istruzione e della formazione”. È prevista una “ricognizione periodica da parte delle amministrazioni, entro il 31 marzo di ogni anno, sulle risorse umane, strumentali e finanziarie dedicate al collocamento mirato sul proprio territorio”, così come “il coinvolgimento attivo della persona nella costruzione del percorso personalizzato e nella definizione del patto di servizio personalizzato”. Sarà anche formalizzato “un organigramma e un Responsabile del processo di presa in carico e del progetto personalizzato per ciascuno degli iscritti alle liste per il collocamento mirato” e sarà costruita, “presso ogni Servizio per il collocamento mirato, una rete integrata nella quale partecipino servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del territorio, nonché l’Inail”.
Strumento fondamentale è “il comitato tecnico, una delle modalità con cui si esprime la rete integrata dei servizi”, il quale ha tra l’altro il compito di compilare la scheda che “dovrà contenere l’esito della valutazione in ottica bio-psico-sociale”. Viene infatti assicurata la “presenza di équipe multidisciplinari che coinvolgono in maniera più continua il centro per l’impiego, i servizi sociali e i servizi sanitari” e sarà individuato “un case manager che, come nel caso del Reddito di Inclusione, curi la realizzazione e il monitoraggio del progetto personalizzato”.
I servizi di collocamento mirato raccolgono tutte le informazioni utili all’analisi del funzionamento del posto di lavoro disponibile e alla descrizione del relativo ambiente complessivo di lavoro. Non solo: essi “organizzano la formazione per gli operatori del collocamento mirato, anche al fine di potenziare le competenze specifiche relative all’analisi delle caratteristiche dei posti di lavoro”. Tra gli strumenti previsti, figura anche il “lavoro agile, inteso come accomodamento ragionevole, con lo scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Fulcro della disciplina del lavoro agile – viene precisato – è l’accordo tra le parti; in esso, infatti, si individua la base volontaria del ricorso a tale modalità di resa della prestazione”.
Responsabile dell’inserimento lavorativo – Altra rilevante novità è l’introduzione del “responsabile dell’inserimento lavorativo”, che svolge una funzione di “facilitazione/mediazione e interviene sia nel momento dell’ingresso della persona con disabilità nel contesto lavorativo, sia nella gestione di un ambiente di lavoro. Il responsabile dell’inserimento lavorativo deve possedere competenze specifiche acquisite in percorsi di formazione dedicati e partecipa alla predisposizione del progetto personalizzato di inserimento lavorativo”. È lui, anche, a curare “i rapporti con il centro per l’impiego territorialmente competente per l’inserimento lavorativo dei disabili, nonché con i servizi territoriali per l’inserimento. I centri per l’impiego si fanno promotori di azioni di sensibilizzazione per l’istituzione di un responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro”.
È prevista la possibilità di “fare ricorso all’esternalizzazione di tali funzioni, attraverso il coinvolgimento di associazioni di categoria o di enti del terzo settore che al loro interno abbiano individuato figure professionali opportunamente formate in grado di rivestire il ruolo di responsabile dell’inserimento lavorativo e che mettano a disposizione tale servizio tramite forme consulenziali”.
L’attuazione delle linee guida sarà oggetto di un monitoraggio annuale, da parte del Ministero con la collaborazione delle amministrazioni regionali competenti e tavoli tecnici tra gli attori istituzionali sono già stati previsti per i necessari completamenti.
La Banca dati – Quale strumento di indirizzo e coordinamento a livello nazionale, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha poi recentemente istituito la Banca dati del collocamento obbligatorio mirato, che definisce le modalità attuative della raccolta di informazioni e la semplificazione degli adempimenti in materia di assunzioni mirate per persone diversamente abili. Il ministero del Lavoro ha iniziato interlocuzioni con Inps e Inail, al fine di approntare tutti gli adempimenti utili per rendere operativa la Banca dati del collocamento mirato ed è in procinto di attivare anche un tavolo con le Regioni. Le informazioni saranno accessibili alle Regioni e Provincie autonome di Trento e Bolzano, all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, all’Anpal, al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai datori di lavoro pubblici e privati e alle persone iscritte presso il collocamento mirato. Nella Banca dati, sono destinate a confluire le informazioni trasmesse dai datori di lavoro, dagli uffici competenti dall’Inps e dall’Inail.
L’articolato iter di adozione del decreto attuativo della banca dati si è concluso con l’adozione del Decreto 29 dicembre 2021 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 23 febbraio 2022.