Il ministro A. Orlando illustrerà il progetto con le Parti sociali lunedì prox alle 15.30
Estensione della Cigo alle imprese ad oggi non coperte, un alleggerimento dei requisiti soggettivi e il potenziamento del sussidio economico per gli ammortizzatori in mancanza di lavoro, potenziamento della Dis-coll. C’è poi anche il Fondo emergenziale intersettoriale-Fei, per intervenire quale assicurazione residuale in presenza di eventi di particolare gravità definiti da provvedimenti emergenziali. Sono alcuni degli elementi della proposta di riforma degli ammortizzatori sociali su cui sta lavorando il ministero del Lavoro.
Vediamo i dettagli:
RIFORMA SU UNIVERSALISMO DIFFERENZIATO: “Il principio che guida l’azione riformatrice è quello dell’universalismo differenziato. Ciò significa realizzare una adeguata protezione per tutti i lavoratori e, in ogni caso, differenziato secondo le caratteristiche settoriali ma, soprattutto, secondo le dimensioni aziendali”, si legge nella bozza di documento. Il documento indica come ‘prioritario obiettivo’ della riforma che “non vi siano lavoratori esclusi dal sistema di protezione sociale, sia in costanza di rapporto di lavoro sia in mancanza di occupazione, pur nel quadro di una differenziazione delle tecniche protettive e in grado di cogliere la strutturale elasticità delle dinamiche dei diversi settori produttivi”, sottolinea ancora.
AMMORTIZZATORI IN COSTANZA DI RAPPORTO: In riferimento agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, la riforma punta a un’estensione della platea dei beneficiari con lo scopo di includere nel sostegno al reddito tutti i lavoratori subordinati, anche con una minima anzianità di lavoro, compresi gli apprendisti e i lavoratori a domicilio. Altri obiettivi sono l’incremento del quantum del sostegno, l’introduzione di durate differenziate per dimensione aziendale e l’estensione delle tutele anche ai lavoratori delle imprese di piccole dimensioni (da 1 a 15 dipendenti). Viene poi ipotizzato un meccanismo di premialità che prevede una riduzione della contribuzione addizionale per le aziende che non fanno ricorso ai trattamenti di integrazione salariale per un tempo significativo. Viene confermata la gestione esclusiva delle integrazioni salariali da parte dei Fondi bilaterali esistenti. Per quanto riguarda la Cigo, è prevista l’estensione del suo campo di applicazione alle imprese che attualmente non sono coperte da strumenti ordinari e che non aderiscono o non costituiscono fondi di solidarietà bilaterali. In riferimento alla Cigs, si mira ad estendere a tutti i datori di lavoro che non accedono ai trattamenti di integrazione salariale.
Capitolo causali. Si specifica che la riorganizzazione aziendale può essere chiesta anche per realizzare processi di transizione (in questo caso assicurando il trattamento anche ai datori di lavoro con meno di 15 dipendenti); vengono introdotte due nuove causali (‘prospettata cessazione dell’attività’ e ‘liquidazione giudiziale’) e rafforzato, con incentivi economici e aumento delle percentuali di riduzione dell’orario di lavoro, il contratto di solidarietà, esteso pure ai datori di lavoro che occupano sino a 15 dipendenti. Conseguentemente si abroga l’assegno di solidarietà. Restano ferme tutte le prerogative dei Fondi di solidarietà bilaterali. La copertura obbligatoria dei Fondi bilaterali è assicurata anche ai datori di lavoro che occupano da 1 a 5 dipendenti. Ferma la possibilità di erogare prestazioni integrative, i fondi devono stabilire prestazioni di durata almeno pari ai trattamenti di integrazione salariale a seconda della soglia dimensionale dell’impresa e della causale invocata, oltre a garantire trattamenti sia ordinari sia straordinari applicabili per soglie dimensionali relativi alle causali di Cigo e Cigs. Per i fondi bilaterali alternativi si mira a chiarire il principio dell’obbligatorietà della contribuzione e introdotta una specifica previsione che richiede la regolarità del versamento contributivo ai Fondi bilaterali quale condizione per il rilascio del Durc. Infine il Fis continua a erogare prestazioni in via residuale, e copre, così, tutti i datori di lavoro non rientranti nella Cigo o nei Fondi bilaterali.
AMMORTIZZATORI IN MANCANZA LAVORO: Passando alle novità sugli ammortizzatori sociali per mancanza di lavoro si interviene sostanzialmente su due piani: l’alleggerimento dei requisiti soggettivi e il potenziamento del sussidio economico. Sul primo versante, con riferimento alla Naspi, i requisiti di accesso vengono resi meno rigidi; mentre, sul versante del quantum, si posticipa la decorrenza del décalage e si introduce un trattamento di maggior favore per i lavoratori che in ragione dell’età hanno maggiore difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro. La Naspi (oggi rivolta a lavoratori dipendenti, apprendisti, soci di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato, personale artistico con rapporto di lavoro subordinato) viene estesa ad alcune tipologie di operai agricoli a tempo indeterminato. Si potenzia anche la Dis-Coll (il sostegno destinato ai collaboratori): si innalza la durata massima, garantendo un numero di mesi di beneficio pari ai mesi di contribuzione versata; si posticipa la decorrenza del décalage; si riconosce la contribuzione figurativa.
IL CONNUBIO CON LE POLITICHE ATTIVE: Il documento considera “fondamentale” la valorizzazione e il rafforzamento dell’integrazione degli ammortizzatori sociali “con efficaci ed effettive” politiche attive del lavoro. “Si tratta di un passaggio fondamentale della riforma alla luce degli attesi mutamenti strutturali e dei cambiamenti nella domanda di competenze che le imprese esprimeranno nei prossimi anni”, evidenzia la bozza. L’obiettivo è potenziare i percorsi formativi sulla base dei fabbisogni, con riferimento tanto alle competenze di base per i lavoratori più lontani dal mercato del lavoro quanto alla formazione avanzata per i lavoratori più qualificati che comunque potrebbero trovarsi in una situazione di transizione, necessitando di accompagnamento nella ricollocazione nel mercato del lavoro. In riferimento agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, l’attenzione è rivolta principalmente a quei lavoratori coinvolti in procedure di integrazione salariale per i quali potrebbe prospettarsi una maggiore difficoltà di rientro al lavoro. A tal fine si prevede l’estensione del programma Gol (che incentiva l’inserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, dei disoccupati percettori di Naspi, dei lavoratori in cassa integrazione in transizione attraverso politiche attive basate sulle specifiche esigenze) ai lavoratori in Cigs per prospettata cessazione e per quelli in Cigs con accordo di ricollocazione. Per i lavoratori sospesi, con prospettive di rientro al lavoro più certe, tenuto conto che l’azienda ha maggiore consapevolezza delle competenze di cui intende avvalersi (soprattutto per gestire piani di riorganizzazione produttiva e/o processi di transizione) e con la condivisione delle organizzazioni sindacali, si prevede un rafforzamento dei Fondi paritetici interprofessionali, riconoscendo loro incentivi economici qualora realizzino percorsi formativi proprio in favore dei lavofat0fi in cassa integrazione. Ai datori di lavoro che assumono lavoratori sospesi in Cigs per prospettata cessazione è anche riconosciuto un incentivo economico, oltre alla possibilità di stipulare contratti di apprendistato professionalizzante senza limiti di età. Nella stessa logica si introduce un contributo monetario a favore degli stessi lavoratori sospesi per prospettata cessazione qualora costituiscano una cooperativa a seguito di un’operazione di workers buyout. Altre novità riguardano ancora il programma Gol, di cui abbiamo parlato prima. Ci sarà la possibilità, accedendo al programma, di sottoscrivere patti territoriali fra autonomie locali, soggetti pubblici e privati, enti del terzo settore, associazioni sindacali datoriali e dei lavoratori con lo scopo di realizzare progetti formativi e di inserimento lavorativo nei settori della transizione ecologica e digitale. L’obiettivo è qui duplice: inserire e reinserire, con adeguata formazione, i lavoratori disoccupati, inoccupati e inattivi; riqualificare i lavoratori già occupati e potenziare le loro conoscenze.
SOSTEGNO AL LAVORO AUTONOMO: Uno specifico capitolo è dedicato ai lavoratori autonomi. II Governo intende monitorarne l’efficacia ed eventualmente valutare, all’esito dei suoi risultati, l’adozione in via strutturale dell’Iscro, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, istituita in via sperimentale per il triennio 2021-2023 dalla legge di Bilancio 2021, in favore degli iscritti alla gestione separata che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo, inclusi i partecipanti agli studi associati o a società semplici, Nel frattempo, s’interviene su ambiti più specifici, sia mediante maggiori tutele in caso di maternità per le lavoratrici madri autonome e professioniste, sia riconoscendo ai professionisti a basso reddito giorni di malattia aggiuntivi, in caso di patologie oncologiche o gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti. Sul fronte delle politiche attive si mira all’accesso al programma Gol per i lavoratori autonomi che chiudono la partita Iva, l’implementazione dello sportello del lavoro autonomo presso i centri per l’impiego, oltre alla promozione di convenzioni tra gli stessi centri per l’impiego, gli ordini professionali e le associazioni di rappresentanza del lavoro autonomo per formare all’auto-imprenditorialità e favorire le transizioni occupazionali nel lavoro autonomo e professionale. Altro obiettivo è l’estensione dell’equo compenso in tutti i bandi e le selezioni indette dalle Pa e per tutte le opere e i servizi professionali connessi alla realizzazione dei progetti collegati all’attuazione del Pnrr. Il ministero, quindi, intende potenziare l’apparato normativo per il riconoscimento e l’esigibilità dell’equo compenso per i professionisti. Inoltre, per valorizzare il ruolo degli enti previdenziali privati nell’erogazione di prestazioni sociali ai professionisti ordinistici e per garantire loro strumenti di tutela per situazioni ed eventi che li espongano a condizioni di vita difficili, con riduzione della loro capacità di produrre reddito, si segnala un intervento in materia fiscale che riconosce agli enti previdenziali privati un credito d’imposta corrispondente alle nuove e maggiori somme utili a erogare prestazioni ai professionisti loro iscritti. Si consente, così, a ciascuna Cassa di potenziare gli strumenti di tutela sociale rivolti ai propri iscritti e di tararli sulle effettive esigenze dei professionisti. Intendiamo al contempo agire per limitare l’effetto della cosiddetta doppia tassazione che grava sui rendimenti e sulle prestazioni previdenziali erogate dalle Casse;
ALLARGAMENTO CONTRATTO DI ESPANSIONE: Altre novità riguardano l’ulteriore estensione del contratto di espansione alle imprese di minore dimensione (prorogato fino al 2026), l’azzeramento dei contatori Cigo e Cigs e l’estensione Cisoa ai lavoratori del settore della pesca per periodi diversi da quelli di sospensione dell’attività lavorativa derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio;
ARRIVA IL FONDO EMERGENZIALE INTERSETTORIALE: Per superare definitivamente il ricorso alla cassa integrazione guadagni in deroga, viene istituito il Fondo emergenziale intersettoriale-Fei, finalizzato a intervenire quale assicurazione residuale in presenza di eventi di particolare gravità definiti da provvedimenti emergenziali. I trattamenti di integrazione salariale erogati dal Fei sono rivolti ai datori di lavoro di minori dimensioni aderenti ai fondi di solidarietà bilaterale. Per il finanziamento del Fei è previsto un contributo a carico dei fondi bilaterali;
LAVORATORI SPETTACOLO: Si punta poi alla predisposizione di strumenti di protezione sociale ad hoc per i lavoratori dello spettacolo, che tengano conto del carattere strutturalmente discontinuo delle loro prestazioni;
NODO RISORSE: Il documento ipotizza una previsione di accompagnamento a carico della fiscalità generale nel triennio 2022-2024 riferita ai costi degli ammortizzatori sociali sia in costanza di rapporto sia in mancanza di lavoro. Quello delle risorse è uno dei nodi principali della riforma. Sul punto, dopo un primo incontro, continueranno a confrontarsi il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con il titolare del Mef, Daniele Franco.